9 aprile, 2021 – “Non è chiaro perché le istituzioni dell’Ue persistano nel privilegiare solo l’inglese nella comunicazione al pubblico quando questa è la lingua materna di poco più dell’1% dei 447 milioni di residenti e contribuenti europei. A questi possiamo aggiungere un 8% di residenti che dichiarano di conoscerla molto bene come lingua straniera. È grottesco che per un neozelandese sia più facile essere aggiornato su quello che accade a Bruxelles che per uno spagnolo o un ungherese”. È con queste parole che Michele Gazzola, docente di politiche e amministrazione pubbliche alla Scuola di scienze sociali e politiche applicate dell’Università dell’Ulster (Regno Unito) commenta l’utilizzo egemonico dell’inglese da parte delle istituzioni europee nonostante la Brexit.
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